3 Lug – Tante le case history: dalle “Cantinette Antinori” ai “Ristoranti Frescobaldi”, dallo “Spazio Bollicine Ferrari” a “VyTa”, legato a Santa Margherita

Le cantine italiane investono ancora in ristorazione. Come Masi a Monaco e Pasqua da Harrods

Anticipare e guidare i cambiamenti che anche il consumo di vino vivrà nel post-pandemia, sarà fondamentale per i produttori, i distributori e tutta la lunga filiera che va dalla vigna ai calici sulle tavole di tutto il mondo. E non sarà un compito semplice. La buona notizia è che la ripartenza dei consumi enoici che si sta concretizzando, anche grazie alla riapertura della ristorazione un po’ in tutto il mondo, sembra essere solida. Secondo l’ultimo report dell’agenzia Grand View Research, infatti, il mercato globale del vino crescerà ad un ritmo medio del 6,4% all’anno in termini di valore, già a partire dal 2021, e continuerà a farlo fino al 2028, sottraendo progressivamente quote a quello dei superalcolici. Ed in tal senso anche i dati Istat sull’export di vino italiano nel primo trimestre 2021 lanciano segnali incoraggianti, con il +12% registrato in marzo, e il trimestre 2021 chiuso in linea con il 2019. Un quadro nel complesso che torna a prospettive positive, dunque, e che sarà al centro dell’“Italian Taste Summit”, di scena dall’11 al 13 luglio, con eventi diffusi sul Lago di Garda, in un format peculiare di incontro tra aziende e buyer, e che prevede un rapporto 1 a 1: alle oltre 50 cantine selezionate (con nomi come Endrizzi, Feudi di Romans, Firriato, Conti Bossi Fedrigotti, tra gli altri), faranno da contraltare altrettanti operatori da Giappone, Usa, Messico, Canada, Russia, Ucraina, Gran Bretagna, Svizzera e altre nazioni europee (incluse quelle dell’Est). Al centro del programma, che prevede una serie di eventi diffusi tra la Rocca Visconteo Veneta di Lonato del Garda, la Tenuta Borgo la Caccia e il Relais Aquila d’Oro di Desenzano del Garda, ci sarà il confronto sulle nuove strategie dell’era post-Covid, che le produzioni italiane dovranno adottare per affermarsi sui mercati internazionali nello scenario modificato dalla pandemia.
“Sui mercati globali il Covid ha accelerato una serie di processi che erano già in auge alla fine del 2019, quali ad esempio la necessità da parte delle aziende di una presenza multicanale e il commercio online, ma ha innescato anche una serie di processi nuovi, che impongono un notevole adeguamento delle strategie di marcato anche solo rispetto a un anno fa”, sottolinea Joanna Miro, Ad del Gruppo Wine Global Aspect e organizzatore dell’evento. “Oggi è indispensabile fare un passo in avanti e dimenticare il semplice storytelling. I consumatori devono essere coinvolti nelle esperienze disegnate su loro misura, nei rituali creati per rassicurare, accogliere e rendere loro partecipi direttamente nella visione aziendale. Parliamo dell’Experience Design, di un passaggio direi epocale con cui il consumatore viene “inserito” all’interno dell’azienda”.
“La crisi determinata dal Covid-19 sta influenzando profondamente i trend di consumo in tutto l’agroalimentare, ma in particolare nel mondo del vino. I dati delle più recenti indagini di mercato segnalano un forte radicamento di specifici valori quali la richiesta di autenticità, di sobrietà, di naturalità, di semplicità: aspetti valoriali in grado di influenzare profondamente i comportamenti dei consumatori. Una conseguente strategia commerciale e di promozione deve partire dalla valorizzazione di queste richieste”, spiega il Professor Vincenzo Russo, docente di Neuromarketing all’Università Iulm di Milano. “Si tratta in fondo di elementi valoriali che rientrano nel codice genetico del mondo del vino. Da qui l’esigenza di considerare con più attenzione tali aspetti valoriali al fine di potere realizzare una promozione del vino più efficace e funzionale. Senza dimenticare che i consumatori più che essere “macchine pensanti che si emozionano, sono macchine emotive che pensano”. Una migliore conoscenza dei segreti del cervello, offerta dalle neuroscienze e dal neuromarketing, può, di certo, aiutare a realizzare messaggi e strategie di marketing del vino più efficaci e coerenti con i processi decisionali dei consumatori”. Sarà questo l’argomento degli approfondimenti sulle strategie operative, già prevedibili, nei nuovi scenari dell’era post Covid: se ne dibatterà dettagliatamente l’11 luglio, con due seminari su Neuromarketing & Posizionamento e su Experience-Design. Due appuntamenti che saranno coordinati da Emanuele Bottiroli, giornalista ed esperto di marketing del vino, con la partecipazione del professor Vincenzo Russo, della professoressa Debora Viviani, docente di Sociologia e ricercatrice dell’Osservatorio sui Consumi delle Famiglie dell’Università di Verona, del Sottosegretario di Stato al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, del presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, del presidente del Movimento turismo del vino della Lombardia, Carlo Pietrasanta.
Tre le master class da segnalare, dall’11 al 13 luglio: la prima offrirà la possibilità di scoprire tutti i segreti del Metodo Classico, sotto la guida dell’enologo Fabrizio Marzi, che accompagnerà i partecipanti nella creazione del proprio blend personale; la seconda garantirà l’emozione della creazione di una cuvée rossa taglio Valpolicella, con l’approfondimento di tutte le caratteristiche e peculiarità dei singoli uvaggi, grazie all’enologa Sissi Baratella; la terza offrirà l’occasione di confrontarsi con abbinamenti audaci e inediti di vini e pietanze in una “sfida” alla tradizione, condotta da Carlo Vaccarini, presidente dell’Associazione Professionale Sommellerie Italiana.

Fonte: Winenews.it
3/07/2021

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