Di prossimità, sostenibile, all’aria aperta, accessibile economicamente: l’enoturismo ha tutte le caratteristiche per essere motore della ripartenza

L’enoturismo si candida a essere il turismo della ripartenza. Piace molto ai giovani e agli appassionati di vino e cibo italiani e risponde meglio ai criteri che regoleranno gli spostamenti post Covid-19. L’enoturismo è infatti un turismo di prossimità ed economicamente sostenibile, che consente esperienze per pochi o piccoli gruppi della durata di mezza giornata o di un week-end. Si può praticare all’aperto, con le visite in vigna che accompagnano le visite in cantina e può essere integrato con il territorio, con i ristoranti e le strutture di accoglienza, con i beni culturali e le produzioni gastronomiche locali. Oltre a essere rispettoso dell’ambiente, se si diffondono alcune pratiche di mobilità sostenibile, come le e-bike. In quest’ottica nasce il progetto Il nuovo enoturismo, una piattaforma che ha lo scopo di organizzare e formare Cantine e Consorzi di Tutela per cogliere questa opportunità, anche in funzione dei vincoli che vengono posti alle strutture di accoglienza.

“Il vino e i prodotti di qualità certificata (Dop, Doc e Docg) sono fondamentali per il turismo enogastronomico che a livello internazionale – informa Magda Antonioli, Professore Associato all’Università Bocconi e Consigliere di amministrazione di ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo – è uno dei driver della domanda di turismo, con una crescita quasi tripla rispetto ai settori turistici tradizionali. Il Turismo enogastronomico e l’Enoturismo in particolare sono la sintesi tra Produzione e Territorio. Affinché si possano sviluppare è indispensabilepromuovere la narrazione di tutta la filiera, offrendo a un turista sempre più consapevole una rete strutturata di informazioni ed esperienze”.

Dal Rapporto sul Turismo Enogastronomico italiano2020 emerge infatti che i Millennials (i nati tra il 1981 e il 1996) sono stati i principali trascinatori della crescita del Turismo enogastronomico a livello mondiale. Nel “prossimo domani” i turisti a cui riferirsi saranno quelli della Generazione Z, i ‘superfoodie’ nati dopo il 1997, fortemente interessati alla vacanza enogastronomica come esperienza unica e memorabile. Un pubblico che si documenta prevalentemente per via digitale, l’80% di loro ha visitato una destinazione o ha partecipato ad un’esperienza a tema in seguito a informazioni tratte da video, post e recensioni pubblicate in rete.

In Italia l’Enoturismo – di tradizione antica – è riconosciuto per legge solo dal 2019, con il Decreto Attuativo dell’allora Mipaaft, che indica con precisione che cosa si deve fare per rispettarne i parametri di qualità e di efficacia. “Dal nostro Osservatorio, i Produttori e i Consorzi di tutela del Vino e gli Operatori dell’accoglienza risultano ancora poco informati su queste direttive, e il Covid-19 rende necessaria l’evoluzione di alcune di queste stesse normative – afferma Francesco Moneta di The Round Table, agenzia specializzata anche nella comunicazione del Vino, del Cibo e dei loro Territori. “Con l’inizio del 2020 abbiamo dato quindi vita alla piattaforma ‘Il Nuovo Enoturismo’, trovando subito la condivisione di Carlo Pietrasanta, tra i fondatori del Movimento Turismo del Vino, che ha lavorato a questa legge per anni. Il progetto ha lo scopo di affiancare Produttori, Consorzi di Tutela ed Enti di Promozione Territoriale nell’applicare al meglio e in tempi rapidi le determinazioni del Decreto e la loro attualizzazione, sia con strumenti formativi che con soluzioni comunicative.”

Secondo un sondaggio condotto nelle scorse settimane tra le cantine aderenti al Movimento Turismo del Vino Lombardia “la totalità degli intervistati – spiega Carlo Pietrasanta – concorda sul fatto che quella legata all’Enoturismo sia, ora più che mai, un’attività economica strategica per contrastare il drastico calo nella vendita e distribuzione. Abbiamo anche verificato che,se prima del Covid-19solo un 30% degli intervistati era dotato di un sistema e-commerce, a fine aprile la percentuale è in costante salita. La maggioranza dei Produttori intervistati che punteranno anche sull’Enoturismovogliono conoscere informazioni di contesto, le indicazioni della legge e soprattutto come gestirne la comunicazione, in particolare nel web”.

Il progetto si è avviato con il ciclo di 3 Webinar “Il nuovo enoturismo: istruzioni per l’uso”, coinvolgendo esperti di diverse tematiche, dallo scenario italiano e internazionale ai nuovi trend dell’enoturismo; dall’attenzione alla sicurezza in chiave Covid-19 alle procedure amministrative e all’ospitalità in vigna e in cantina, fino alle connessioni con il territorio. Quindi la comunicazione con attenzione ai diversi strumenti off- e on line, la promozione e vendita dell’esperienza enoturistica in network con i tour operator, l’integrazione con l’e-commerce. I primi 3 webinar – promossi da PromoTurismo Fvg e dalla Strada del Vino e dei Sapori della Regione – hanno coinvolto oltre 70 cantine e operatori dell’accoglienza friulani. I prossimi si svolgeranno per il territorio lombardo grazie a UnionCamere Lombardia e per il Piemonte a favore dei Produttori del Consorzio Tutela del Gavi e degli Operatori dell’accoglienza del territorio, nell’ambito del Progetto ‘Destinazione Gavi’.

Se in tempi ‘normali’ la wine experience si viveva prevalentemente in cantina, ora in tempo di covid-19 sarà sempre di più anche in vigna dove ci sono naturalmente gli spazi per il distanziamento. L’edutainment – con vendemmia didattica, picnic tra i filari e degustazioni “open air” che coinvolgono anche le eccellenze agroalimentari del territorio – è un aspetto sempre più importante della nuova offerta enoturistica: un’esperienza semplice ed empatica, ludica ed educativa, sostenibile.

di SIMONE PAZZANO
Fonte: www.repubblica.it

Alba, 20/05/2020

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