24 gen – A dare il via è “Nebbiolo Prima” ad Alba, seguono “Grandi Langhe” a Torino, “Amarone Opera Prima” a Verona e la “Settimana delle Anteprime” in Toscana

Anteprime 2023 del vino: dalle Langhe alla Valpolicella, alla Toscana, riparte il “circus”

Il “calcio d’inizio” lo batterà “Nebbiolo Prima 2023” ad Alba, con la regia di Albeisa, nelle Langhe Patrimonio Unesco. Poi la palla passerà al Consorzio di Tutela del Barolo Barbaresco Alba Langhe Dogliani e al Consorzio di Tutela Roero con “Grandi Langhe” a Torino, quindi al Consorzio Tutela Vini Valpolicella con “Amarone Opera Prima” a Verona, e, a seguire, alla Toscana, che vedrà partire prima la Regione, con “Buy Wine” a Firenze, e poi i Consorzi delle diverse Denominazioni del Granducato enoico con la “Settimana delle Anteprime” tra la “culla del Rinascimento” ed i territori (escluso il Brunello di Montalcino, che si è ormai “sfilato” da anni, con “Benvenuto Brunello”, in programma a novembre a Montalcino, ndr). E così, in gennaio e in febbraio 2023, con Piemonte, Veneto e Toscana, il “trittico” leader del vino italiano, riparte il “circus” delle tante “Anteprime 2023” del vino italiano, nei loro territori cult.

Si parte da Alba, con “Nebbiolo Prima 2023”, l’evento di anteprima internazionale delle nuove annate di Barolo 2019 e Riserva 2017, Barbaresco 2020 e Riserva 2018, e Roero 2020 e Riserva 2019 di oltre 200 produttori, con la regia di Albeisa, e che, da domani al 29 gennaio, accolgono i più importanti giornalisti della stampa italiana ed internazionale e gli operatori del settore nel cuore delle Langhe Patrimonio Unesco, tra le degustazioni professionali all’Hotel Calissano e nelle cantine del territorio. Con una degustazione anche retrospettiva di Barolo, Barolo Riserva, Roero Riserva, Barbaresco e Barbaresco Riserva, nelle annate dal 2007 al 2010. Ma anche di vini sperimentali, guidata da Anna Schneider, ampelografa e responsabile della Collezione ampelografica Grinzane Cavour, che in un talk show dialogherà con Edmondo Bonelli, naturalista e creatore del Progetto “Save the truffle”.

Si prosegue poi, a Torino, con “Grandi Langhe 2023”, all’edizione n. 7 promossa dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e dal Consorzio di Tutela Roero, con il supporto di Regione Piemonte e Intesa San Paolo, pronti ad accogliere buyer da oltre 30 Paesi tra cui Usa, Canada, Australia, Brasile, Giappone ed India, enotecari, ristoratori e importatori italiani e internazionali il 30 e 31 gennaio alle Ogr-Officine Grandi Riparazioni, luogo confermato per il secondo anno consecutivo “per rimarcare la crescita nazionale e internazionale dell’evento e consolidare il rapporto con la città di Torino”. E dove più di 240 cantine presenteranno le nuove annate delle Docg e Doc di Langhe e Roero, con la novità della partecipazione attraverso un grande banco d’assaggio del Consorzio di Tutela Nebbioli Alto Piemonte per “tendere la mano ad altri territori per rappresentare al meglio l’intera regione vitivinicola piemontese”. E in apertura, il 30 gennaio, sempre alle Ogr, ci sarà anche l’edizione n. 2 di “Changes”, con un focus sull’etica del mondo del lavoro, in vigna e in agricoltura in generale, tema su cui il Consorzio del Barolo Barberesco lavora già attraverso una progettualità condivisa con alcuni interlocutori del territorio. “Più di 240 produttori sono pronti a presentarsi e a presentare le nuove annate, e il nostro territorio, in modo coeso e unitario, sempre alle Ogr. Dopo il successo dello scorso anno, abbiamo voluto infatti confermare Torino come città per il nostro evento come segno di crescita a livello internazionale, attirando buyer da tutto il mondo grazie al mercato e alle azioni di promozione e formazione in essi svolti, e al contempo stringere i legami col territorio delle Langhe, del Roero e del Piemonte in generale”, spiega Matteo Ascheri, presidente del Consorzio del Barolo Barbaresco. “Questa edizione n. 2 di “Grandi Langhe” a Torino sottolinea la rilevanza internazionale assunta dall’evento – aggiunge Francesco Monchiero, presidente del Consorzio del Roero – il coinvolgimento di buyer stranieri provenienti da oltre 30 Paesi e la possibilità di incontrare operatori del settore piemontesi e italiani direttamente sul territorio consentirà ai produttori di consolidare i rapporti commerciali esistenti e svilupparne di nuovi rafforzando i legami con l’estero e promuovendo le nostre denominazioni già portavoce dell’eccellenza italiana nel mondo”.

Un attimo di respiro e poi ci si sposta a Verona, dove “una sfilata di 64 aziende” è pronta a celebrare il millesimo 2018 del “re” dei vini della Valpolicella ad “Amarone Opera Prima 2023”, al Palazzo della Gran Guardia, all’ombra dell’Arena, il 4 e il 5 febbraio. Organizzato dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella, che riunisce 2.400 tra viticoltori, vinificatori e imbottigliatori, per 8.600 ettari di vigneto e un giro d’affari di oltre 600 milioni di euro, di cui più della metà riferiti alle performance dell’Amarone, l’evento di punta della Denominazione torna così alla tradizionale collocazione invernale, mantenendo però il restyling del nome dell’“Anteprima” straordinaria del giugno 2022 a beneficio di un format versatile realizzabile anche fuori stagione, seppure con focus tematici diversificati. In apertura della due giorni, ci sarà la conferenza stampa inaugurale (4 febbraio, Auditorium Gran Guardia) con la presentazione dei dati di mercato della Denominazione, il valore del ricambio generazionale e le prospettive dell’enoturismo in Valpolicella a cura del presidente del Consorzio, Christian Marchesini, e dell’annata viticola 2018 introdotta da Giambattista Tornielli, professore associato di Arboricoltura Generale e Coltivazioni Arboree dell’Università degli Studi di Verona. A seguire riflettori puntati sull’ultimo step della candidatura della Tecnica secolare della messa a riposo delle uve della Valpolicella, l’appassimento, a Patrimonio Immateriale dell’Unesco, con i contributi di Pier Luigi Petrillo, professore e direttore della cattedra Unesco sui Patrimoni Culturali Immateriali dell’Università Unitelma Sapienza di Roma, e di Elisabetta Moro, professoressa ordinaria di Antropologia Culturale dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Al talk show interverranno Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Gianmarco Mazzi, Sottosegretario al Ministero della Cultura, Luca Zaia, presidente della Regione Veneto e Damiano Tommasi, sindaco di Verona. Dopo le call to action sul territorio realizzate l’anno scorso dal Comitato promotore (di cui il Consorzio è coordinatore) l’iter della candidatura entra infatti ora nella fase finale con la presentazione ufficiale del dossier che successivamente sarà trasmesso ai Ministeri della Cultura e dell’Agricoltura e alla Commissione Nazionale per l’Unesco (organismo interministeriale che fa capo al Ministero degli Affari Esteri) e che entro il 30 marzo dovrà scegliere la candidatura italiana da inviare a Parigi per la complessa valutazione da parte dell’Unesco. Tornando alle degustazioni, il 4 febbraio saranno riservate prima alla stampa nazionale e internazionale e poi apriranno anche agli operatori e ai wine lovers che potranno replicare i tasting anche il 5 febbraio.

Dal Veneto, poi, si varcano gli Appennini che, in questi giorni, si coprono dell’attesa neve, e si va verso Firenze, dove, per cominciare, si parte con l’edizione n. 13 di “BuyWine 2023”, la vetrina internazionale del vino made in Tuscany e l’evento business to business organizzato da Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze e realizzata da PromoFirenze e Fondazione Sistema Toscana, per far incontrare le aziende toscane – 230, con oltre 1.400 etichette di 47 Denominazioni – con 160 buyer di 39 Paesi del mondo, che torna il 10 e 11 febbraio alla Fortezza da Basso. E dai primi numeri di questa edizione di “Buywine” emerge una sempre maggiore attenzione all’ambiente: su 230 seller, 115 producono vino bio, mentre molti buyer cercano vini naturali. Il 2023 segna inoltre il gran ritorno dei compratori asiatici: se i mercati principali di riferimento restano Usa, Canada, Paesi scandinavi, Svizzera e Uk, dopo il lungo stop del Covid si affacciano nuovamente a Firenze Giappone, Singapore, Hong Kong, Corea del Sud e Thailandia, mentre continua l’entusiasmo per il vino toscano in America latina, dove l’interesse si concentra soprattutto sulla fascia più alta con presenti, tra gli altri buyer, provenienti da Argentina, Messico, Colombia, Brasile. I produttori, invece, arrivano da tutti i territori toscani, anche se a fare la parte del leone sono Firenze e Siena, seguite da Grosseto, con la previsione di fare 3.000 incontri e 23.000 degustazioni.

A seguire, ad inaugurare la “Settimana delle Anteprime di Toscana” (11-17 febbraio), promossa sotto un’unica regia regionale e dedicata alle Denominazioni di origine e alle Indicazioni geografiche che in Toscana rappresentano il 97% della produzione vitivinicola, sarà come di consueto “PrimAnteprima” in programma l’11 febbraio al Cinema La Compagnia nella “culla” del Rinascimento, con una tavola rotonda, dove istituzioni, Consorzi ed esperti del settore, coglieranno l’occasione per fare il punto sull’andamento, trend ed export del settore in Toscana e sullo sviluppo dell’enoturismo, presentando i dati alla stampa italiana ed estera. Ma “PrimAnteprima” si arricchisce anche di due appuntamenti ospitati sempre l’11 febbraio a Palazzo Medici Riccardi: il vernissage per la stampa della mostra “Nuove Cantine Italiane. Territori e Architetture”, a cura di “Casabella”, con le immagini delle più scenografiche cantine d’autore del Paese (11-19 febbraio), e sempre in collaborazione con la storica rivista, il convegno “L’architettura delle cantine e l’enoturismo”, con la partecipazione degli studi di architettura che hanno dato forma ad alcune delle strutture più rinomate e fotografate in Toscana (con il patrocinio di Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Federazione Architetti Ppc Toscani, Ordine degli Architetti Ppc di Firenze e Inarch/Toscana).

Si continua poi con le degustazioni prima per la stampa e gli operatori e quindi per gli appassionati alla presenza dei produttori di oltre 400 vini di più di 120 aziende del Chianti e del Morellino di Scansano, di cui la metà nuove annate con il Chianti 2022 e il Chianti Riserva 2020 e le tipologie Annata 2022 e Riserva 2020 del Morellino, a “Chianti Lovers & Rosso Morellino – Anteprima 2023” il 12 febbraio alla Fortezza da Basso, che vede ancora una volta insieme il Consorzio Vino Chianti e il Consorzio Morellino di Scansano Docg con l’Ascot-Associazione Consorzi Toscani. “Ci avviciniamo a questa edizione n. 8 dell’“Anteprima” con molto entusiasmo – commenta il presidente del Consorzio del Chianti, Giovanni Busi – perché presenteremo ai nostri Chianti Lovers due annate davvero speciali. Il Chianti 2022 e il Chianti Riserva 2020, infatti, sono due prodotti di ottima qualità e come Consorzio, al fianco dei produttori, siamo molto orgogliosi di poterli condividere con il nostro pubblico più affezionato. Questa “Anteprima” sarà per noi una giornata di festa”. “Arriviamo a questa edizione di “Chianti Lovers e Rosso Morellino” come una Denominazione che sempre di più è percepita tra quelle di riferimento del vino toscano – sottolinea Bernardo Guicciardini Calamai, presidente del Consorzio del Morellino – e registriamo un crescente indice di gradimento dei consumatori, che ha portato a consolidare il posizionamento del Morellino di Scansano anche sul canale Horeca. Ai banchi d’assaggio della Fortezza da Basso presenteremo ad operatori di settore, alla stampa e agli appassionati le anteprime delle tipologie Annata 2022 e Riserva 2020 mettendo in mostra, con oltre 100 etichette, le sfumature territoriali nelle differenti interpretazioni del Sangiovese che si affaccia sul mare”.

Il Chianti Classico presenta quindi le nuove annate di più di 700 etichette di Chianti Classico Annata, Riserva e Gran Selezione (insieme al Vin Santo del Chianti Classico e l’Olio Dop Chianti Classico) di oltre 200 aziende che, con i loro produttori, stanno facendo grande il Gallo Nero, e le nuove Unità Geografiche Aggiuntive alla “Chianti Classico Collection 2023” alla Stazione Leopolda sempre a Firenze, il 13 e il 14 febbraio a stampa ed operatori con il saluto del presidente del Consorzio, Giovanni Manetti, ed il 14 febbraio anche ai wine lovers. Un territorio che, secondo le stime, vede un giro d’affari legato al vino di 800 milioni di euro, ed un valore della produzione di oltre 500 milioni di euro.

Il Nobile, prima Docg d’Italia, è protagonista a seguire con la nuova Annata 2020 a “5 Stelle” e la Riserva 2019 di oltre 40 produttori in presenza nell’“Anteprima Vino Nobile di Montepulciano 2023” nella Fortezza e nell’Enoliteca della città del Poliziano, il 15 febbraio per la stampa nazionale ed internazionale (già sold out), e dal 18 al 20 febbraio per operatori e wine lovers. E dove il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano presenta anche gli aggiornamenti sul progetto Pievi e tutte le attività legate a Montepulciano “distretto del vino sostenibile”. “Un appuntamento ormai imperdibile, non solo per gli addetti ai lavori che qui potranno incontrare oltre 40 produttori, più della metà della Denominazione, che in presenza racconteranno non solo le nuove annate in commercio, ma anche le tante attività, le novità e i progetti futuri che stanno confermando la nostra Docg una delle più dinamiche d’Italia. Come Consorzio infatti presenteremo gli aggiornamenti sul progetto Pievi, ma anche tutte le attività legate a Montepulciano, distretto del vino sostenibile”, ribadisce il presidente del Consorzio Andrea Rossi. L’“Anteprima” per tanti appassionati sarà infatti la possibilità di scoprire una delle città più belle al mondo e d’Italia. In questi giorni infatti i ristoranti, i negozi del centro storico, come naturalmente i musei, saranno aperti al pubblico con una veste di festa per celebrare il loro prodotto d’eccellenza. Per l’occasione anche la Strada del Vino Nobile e dei Sapori della Valdichiana promuoverà itinerari per scoprire il territorio.

La Vernaccia, quindi, presenta i vini dell’ultima vendemmia, la 2022, e l’annata 2021 per la tipologia Riserva, con 96 etichetti di 41 aziende del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano, nell’“Anteprima Vernaccia di San Gimignano Docg 2023” a San Gimignano, la “New York del Medioevo”, il 16 febbraio al Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada. In apertura, nella Sala Dante del Palazzo Comunale, si terrà la masterclass riservata alla stampa italiana ed internazionale “Timeless Vernaccia di San Gimignano”, una verticale di annate vintage condotta dal primo Master of Wine italiano, Gabriele Gorelli, che si concentrerà sulla potenzialità e sulla capacità evolutiva della Vernaccia con il trascorrere del tempo: in assaggio 12 Vernaccia di annate comprese tra il 1997 e il 2018, per raccontare un vino bianco italiano d’eccellenza. E quest’anno ritorna anche la formula tradizionale dell’apertura agli operatori di settore e ai wine lover, che potranno accedere gratuitamente e incontrare i produttori ai banchi di assaggio. Ma non solo perché nei weekend del 18-20 e 25-27 febbraio si svolgerà anche il consueto appuntamento alla Rocca di Montestaffoli, sede della “Vernaccia di San Gimignano Wine Experience”, dove operatori e appassionati potranno degustare le nuove annate.

Infine, l’edizione n. 2 de “L’Altra Toscana 2023” chiuderà la “Settimana delle Anteprime” sempre a Firenze il 17 febbraio al Palazzo degli Affari, con la compagine dei vini delle 12 Dop e Igp Carmignano, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco, Orcia, Suvereto e Val di Cornia, Terre di Casole, Terre di Pisa, Toscana e Valdarno di Sopra che, con i loro Consorzi e l’Associazione L’Altra Toscana, presenteranno insieme a giornalisti e operatori del settore le nuove annate raccontando quella Toscana del vino diversa che arricchisce la proposta vinicola della Regione. “Il progetto è ambizioso e originale, perché unendoci vogliamo far emergere, in tutto il loro valore, le innumerevoli diversità che ci caratterizzano, spiegando terroir e vitigni, tecniche di produzione rispettose e in armonia con l’ambiente, talvolta sartoriali, raccontando la natura e la sua biodiverstà, la storia e le tradizioni di una regione famosa in tutto il mondo che ha ancora tanto da proporre”, conclude Francesco Mazzei alla guida della Associazione L’Altra Toscana e presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana. Protagonisti saranno infatti tutti quei territori più “nascosti”, dove la vite si coltiva da secoli e dove, accanto agli storici produttori locali, nomi blasonati dell’enologia italiana portano nei calici qualità e identità, incuriosendo sempre più gli appassionati ed il mercato.

Fonte: Winenews.it

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